Federica Pacella – Fonte: © Il Giorno
16 novembre 2018
L’osservatorio Opal analizza i dati 2017. Brescia sempre capitale
Brescia calano le esportazioni di armi da brescia, ma aumenta il flusso verso i paesi in situazioni di conflitto o che violano i diritti umani. È quanto emerge dall’ultimo rapporto, riferito al 2017, dell’Osservatorio permanente armi leggere (OPAL) osservatorio di ricerca indipendente e scientifica su produzione e commercio di armi leggere, nato a Brescia nel 2004.
Secondo i dati elaborati dall’analista Giorgio Beretta, Brescia si conferma capitale in Italia per esportazione di armi e munizioni (sia di tipo militare che comuni). “Con oltre 300 milioni di euro di esportazioni, Brescia rappresenta il 27,1% sul totale Nazionale che arriva a 1,1 miliardo di euro. Al secondo posto c’è La Spezia, con il 9,5 %.
“Negli Stati Uniti, spiega Beretta, c’era stato un picco di esportazioni dopo che Obama aveva annunciato possibili restrizioni sull’accesso alle armi al contrario. Le rassicurazioni di Trump sul fatto che l’accesso alle armi resterà libero, ha ridotto i timori di non poter più accedere a questi strumenti e si e avuto così un calo. Altra possibile spiegazione è che, seguendo l’invito del loro presidente, gli statunitensi i comprino prodotti delle loro aziende”.
L’Opal chiede quindi più attenzione alle autorizzazioni, e che non si segua una logica non puramente formalistica, ma di reale attenzione ai diritti umani. Ma Opal lancia anche un altro allarme che riguarda l’italia.
“Dal nostro Osservatorio commenta Piergiulio Biatta, presidente di Opal, notiamo, in italia, l’aumento delle licenze per tiro sportivo e caccia nonostante gli associati a queste categorie siano in calo il nostro timore è che sia stato trovato un modo per bypassare la legge restrittiva sul porto d’armi se consideriamo che in virtù di una norma europea, chi ha queste licenze può acquistare fino a tre armi comuni, fino a 12 armi di tiro sportivo e un numero illimitato di fucili da caccia, la questione potrebbe diventare pericolosa.
Non dimentichiamo che gli omicidi, in particolare i femminicidi, sono normalmente commessi con armi legalmente detenute. Chiediamo regole più restrittive per tutti.