È questa la sicurezza che vogliamo?

Luciano Zanardini – Fonte: © La Voce del Popolo
26 ottobre 2018

“È questa la sicurezza che vogliamo?”. Così Giorgio Beretta, analista dell’Opal, l’Osservatorio per le armi leggere, commenta la legge sulla legittima difesa votata al Senato

Dalla difesa “sempre legittima” al principio del “grave turbamento”. Sono queste alcune delle novità della legge votata al Senato, in attesa dell’esame del provvedimento alla Camera. Ne parliamo con Giorgio Beretta, analista dell’Opal, l’Osservatorio sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa di Brescia. L’Osservatorio, membro della “Rete Italiana per il Disarmo”, svolge attività di ricerca e di informazione sulla produzione e il commercio di sistemi militari e delle “armi leggere e di piccolo calibro”.

Se si estende la norma sulla legittima difesa introducendo la “presunzione di innocenza” per chi difende la proprietà, ma si lasciano inalterate le attuali norme sul possesso di armi, c’è il rischio che in Italia si verifichi un’ulteriore corsa ad armarsi?

Sì, il rischio, gravissimo, è proprio questo. Finora lo Stato diceva al cittadino: “Ti permetto di armarti, ma stai attento che se usi le armi per la difesa in casa, la difesa deve essere legittima e proporzionata”. La nuova legge propone che la difesa sia sempre legittima, perché sussiste sempre la proporzionalità. Questo porterà molti ad armarsi. Già oggi le armi in casa sono un grande pericolo. L’ambito familiare e quello interpersonale sono quelli in cui avvengono il maggior numero di omicidi. Secondo i dati del Viminale, nel 2016 ci sono stati 19 omicidi compiuti durante le rapine, mentre sono stati 46 gli omicidi di tipo passionale e familiare e 82 quelli per lite o rissa. Sono dati preoccupanti. Se gli italiani ricorrono alle armi, queste armi non vengono utilizzate soltanto per respingere un ladro, ma vengono utilizzate per compiere omicidi familiari, interpersonali e, in modo particolare, femminicidi.

Proviamo a fare una fotografia di quello che succede oggi. Oggi sono poco più di due milioni i legali detentori di armi in Italia. In un omicidio su tre di quelli commessi con armi da fuoco le armi erano regolarmente detenute. Da una parte cresce il consenso per norme più permissive sulla legittima difesa, dall’altra aumenta anche il numero di licenze concesse in un mercato in esplosione….

Aumenta l’insicurezza e aumentano le licenze per armi, soprattutto quelle richieste “per uso sportivo” perché è una delle licenze più facili da ottenere anche se non si pratica alcuno sport. Se c’è un’arma in casa e si verificano dei problemi in famiglia (come liti, divorzi…), l’arma non favorisce la sicurezza, ma anzi aumenta l’insicurezza soprattutto nei soggetti più deboli. E purtroppo spesso quell’arma viene usata per compiere omicidi. Quindi, se si modifica la legge sulla legittima difesa, va assolutamente rivista anche la legge sulle licenze per armi. Bisogna, da un lato, introdurre una specifica licenza per difesa abitativa da concedere a chi ne ha i requisiti e per tipi di armi e munizioni non letali, a solo scopo difensivo. Dall’altro, le altre licenze dovrebbero essere concesse solo a chi effettivamente pratica la caccia o degli sport e, soprattutto, non dovrebbe essere permesso di detenere munizioni. Oggi, invece, è troppo facile ottenere una licenza per armi che permette di usare pistole con caricatori da 15/20 colpi o addirittura fucili semi-automatici AR-15 (come quelli che vengono utilizzati nelle stragi negli Stati Uniti, nda). Lasciare nelle case queste armi e soprattutto le munizioni non serve certo a aumentare la sicurezza.

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