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“Gli stabilimenti sardi della Rwm non stanno per chiudere: c’è una recente commessa da 411 milioni di euro (circa 20mila bombe) destinata a un paese dell’area M.e.n.a (Medio Oriente e nord Africa) da soddisfare”. Lo sostiene l’analista della Rete Italiana Disarmo (Rid) e dell’Osservatorio per le armi leggere (Opal) Giorgio Beretta, intervenendo sul dibattito innescato da un articolo di Avvenire pubblicato il 7 gennaio scorso. Secondo il quotidiano della CEI, infatti, la multinazionale tedesca Rheinmetall avrebbe un piano per spostare la produzione degli armamenti oggi confezionati a Domusnovas in Arabia Saudita, primo cliente della Rwm. La prova sarebbe la realizzazione di nuovi stabilimenti a sud di Ryad da parte di una joint venture tra la Rheinmetall Denel Munitions (società creata dalla Rheinmetall e dalla sudafricana Denel) e la Samic (Saudi military industries corporation), inaugurati nel marzo del 2016: nella nuova fabbrica si forgeranno le stesse bombe prodotte oggi in Sardegna.
“Il fatto rivela che l’Arabia Saudita cerca una sua autonomia nel settore della Difesa, ma questo non significa che gli stabilimenti di Domusnovas stiano per chiudere. Tutt’altro. E non solo perché nel corso del 2016 la Rwm ha ricevuto nuove autorizzazioni per un valore di 489 milioni di euro, una cifra, cioè, che rappresenta un ampio margine di vita per una fabbrica che esporta bombe per circa 50 milioni di euro l’anno”, aggiunge Beretta. “Se tra qualche anno l’Arabia saudita sarà in grado di armarsi autonomamente, gli stabilimenti della Rwm potranno occuparsi della produzione di armamenti per i paesi Nato”, precisa l’analista. Un assaggio di questo possibile scenario lo si è avuto a fine 2015, quando la Rwm si è aggiudicata una commessa da 225 milioni di euro per la fornitura delle bombe Mk al Ministero della Difesa francese….leggi tutto l’articolo su SardiniaPost