Il progetto è pronto, la planimetria anche: una sala stagionatura, quelle per la gocciolatura e l’affumicatura, locali caldaia, celle frigorifere. E un’idea: unire due battaglie sarde in una soluzione. Da una parte la richiesta di riconvertire la fabbrica Rwm di Domusnovas e Iglesias, produttrice di bombe e munizioni per conto della casa madre tedesca Rheinmetall, dall’altra la lotta dei pastori contro prezzi di vendita così bassi da affossare i ricavi.

Nonostante la presunta crisi, l’azienda procede con l’ampliamento della fabbrica. Come è possibile? Lo spiega il bilancio annuale: nel 2019 la Rwm Italia ha registrato ricavi per 114.481193 euro, contro i 102.641.862 del 2018. Un +11 milioni e 839mila. «Hanno anche previsto 40 milioni di spese per aumentare il campo prove e ottenuto l’ok dai comuni di Domusnovas e di Iglesias».

Ricavi che, come scrivevano su queste pagine Giorgio Beretta e Francesco Vignarca il 30 giugno scorso, arrivano dal Progetto QA208. «Nel bilancio di esercizio della Rwm del 2019 – ci spiega Beretta, analista di Opal – si parla di due commesse acquisite nel 2018 per la fornitura di colpi di artiglieria e anticarro al Qatar, alcuni prodotti in Germania dalla casa madre e alcuni in Sudafrica. Intermediazione e gestione logistica, scrive Rwm, il QA208 “non genera attività produttiva negli stabilimenti della Rwm Italia”. Non è vero: invece di produrre le bombe per l’Arabia saudita, la Rwm ha fatto lavorazioni per 57 milioni di euro per il Qatar. L’azienda lamentava la sospensione delle commesse ai sauditi, di fatto stava lavorando a pieno ritmo per il Qatar».

«Abbiamo scoperto che ci sono due autorizzazioni, una da 230,8 milioni di euro rilasciata dal ministero degli Esteri in forma normale (produzioni in Italia esportate in un paese che sappiamo essere il Qatar); un’altra da 83 milioni autorizzata estero su estero (esportazione richiesta all’Italia per produzioni fatte altrove, in questo caso in Germania, e poi esportate in Qatar, senza che ci sia movimentazione specifica dall’Italia). In sintesi: quell’autorizzazione da 230 milioni di euro che già nel 2019 aveva visto un anticipo di pagamento di 57 milioni alla Rwm la ritroviamo effettuata proprio nel primo semestre del 2020, diretta al Qatar».

E poi c’è la Turchia impegnata nel Rojava curdo: «La novità – aggiunge Beretta – è un’autorizzazione del 2019 da 15 milioni e 490mila euro rilasciata a Rwm Italia, destinatario la Turchia. Nei 18 mesi di blocco la Rwm non è stata con le mani in mano ma ha prodotto ed esportato armi anche in Turchia». Questo nonostante il ministro di Maio, nell’ottobre 2019, parlasse di una revisione dei contratti in essere verso la Turchia a seguito dell’invasione della Siria del Nord…