6 minuti e 20 secondi di silenzio per ricordare la strage di Parkland

Massimiliano Pilati – Fonte: © Il Dolomiti
26 marzo 2018

un milione di persone contro la vendita indiscriminata di armi negli Usa

Alla testa del movimento nonviolento Emma Gonzales e altri studenti sopravvissuti hanno denunciato i legami di numerosi politici statunitensi e dello stesso presidente Trump con la National Rifle Association (NRA), la potente lobby delle armi degli Stati Uniti. Ma in Italia come siamo messi?

Sono le 14.21 del 14 febbraio 2018, è il giorno di San Valentino, il diciannovenne Nikolas Cruz entra nell’edificio della Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland negli Stati Uniti. Nikolas, ex studente della scuola, comincia a sparare con un fucile d’assalto AR-15 calibro 223 verso studenti e personale scolastico uccidendo 17 persone. Per compiere il suo massacro impiega esattamente 6 minuti e 20 secondi.

Un mese e 10 giorni dopo, alla stessa ora, Emma Gonzales, superstite della strage, prende la parola da un palco di Washington DC (capitale degli USA) davanti ad un’oceanica manifestazione composta da un milione di persone. Dopo un breve discorso in cui elenca una ad una le vittime di Parkland Emma trascina i partecipanti in un interminabile momento di silenzio: 6 minuti e 20 secondi.

Emma è diventata famosa negli USA perché nei giorni seguenti la mattanza di Parkland ha denunciato i legami di numerosi politici statunitensi e dello stesso presidente Trump con la National Rifle Association (NRA), la potente lobby delle armi degli Stati Uniti. A Trump ha ricordato che la NRA gli ha finanziato la campagna elettorale con 30 milioni di dollari.

Emma Gonzales, Jaclyn Corin, Alex Wind, Cameron Kasky, David Hogg, tutti studenti della scuola, all’indomani della strage hanno creato in pochissimo tempo un fortissimo movimento di pressione che ha organizzato il movimento #neveragain (mai più) che richiede con forza delle regole più stringenti per la vendita delle armi da fuoco e che in pochi giorni ha organizzato varie manifestazione tra cui quella oceanica del 24 marzo a Washington e in varie altre città americane…leggi tutto l’articolo

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